Edge computing, cos’è e come funziona
Cos’è l’edge computing e come funziona?
Si parla sempre più spesso di Edge computing, Industria 4.0, Smart Processes, Smart Agricolture and Smart Manufacturing….ma che cosa significano davvero? Con questi termini si indicano spesso le tecnologie digitali utilizzate nelle industrie ed in vari settori applicativi per migliorare e rendere più efficiente la produttività aziendale, migliorando al contempo prodotti e processi.
Il tema dell’Edge computing si sta facendo spazio in maniera sempre più imponente nell’ ambito di quelle che sono considerate tecnologie emergenti, collegato da un lato all’ IoT (ed alle sue evoluzioni come l’IoE – internet of everything e l’ IIoT -Industrial IoT), dall’altro al 5G, e comunque alla cosiddetta quarta rivoluzione industriale (I4.0), quella della digitalizzazione globale e pervasiva. In tal senso potrebbe essere considerato un estremo eccessivo l’opinione di Peter Levine (della Andreessen Horowitz), il quale prevede addirittura che l’edge computing decreterà presto la fine del cloud computing. Del resto, Gartner conferma l’interesse crescente e rilevante verso la tematica stimando che entro il 2022 il 75% dei dati generati dalle aziende sarà elaborato fuori dal data center tradizionale, da tecnologie come l’intelligent edge computing.
Esistono tante definizioni di Edge computing online, a nostro avviso, se consideriamo che l’edge computing si implementa essenzialmente attraverso l’utilizzo di dispositivi chiamati, appunto, “edge computers”, potremmo dire che è un modo per far girare applicazioni su risorse computazionali locali che elaborano i dati direttamente sul campo, liberandole dalla stretta dipendenza con i data center remoti, riducendo quindi l’intasamento sul Cloud. La proliferazione dei device connessi, insieme alle possibilità di elaborazione “in loco” ed in tempo reale (o “quasi-real-time”), spingono la comunità di system integrators, progettisti, sistemisti e le stesse aziende utilizzatrici verso l’adozione di soluzioni che utilizzino edge computers su cui far girare servizi di edge analytics.
Che differenze ci sono tra Edge Computing e Cloud Computing?
L’ edge computing costituisce al tempo tesso un ponte e un transito alternativo fra il livelli di campo ed i livelli cloud: se, da una parte, il focus principale dell’ IoT è il livello di campo, la sensoristica sugli oggetti e sulle persone, e dall’ altra il Cloud è la sede naturale dove si esprimono al massimo le potenzialità delle cosiddette tecnologie “Big Data”, l’edge computing si configura come la tecnologia abilitante che consente di implementare, “sul campo”, alcune delle funzionalità tipicamente destinabili al cloud ma che, se rimanessero relegate esclusivamente a livello cloud, sarebbero limitanti.
Infatti, alcuni dei vantaggi ottenibili con una soluzione Edge Computing in ambito IoT, sono esprimibili in termini di:
– Resilienza, soprattutto nei confronti dei problemi di connettività e secondariamente anche dei problemi di alimentazione: la continuità di alimentazione elettrica e di rete dati sono difficilmente garantibili al 100%; l’assenza di alimentazione, e di connettività, sul campo va tenuta sempre in conto, soprattutto per applicazioni “safety critical” , sia quando le cause sono fisiologiche, sia quando sono dolose che colpose o addirittura intenzionali; è quindi fondamentale, in diverse tipologie di applicazioni, avere delle “logiche di sistema”, algoritmi, che siano in grado di mantenere attive le funzionalità di base di un sistema IoT anche quando non ci sia la possibilità di collegarsi al Cloud;
– Tempestività dell’azione, sia quando si tratti di generare allarmi che quando si tratti di vere e proprie retroazioni tipiche dei sistemi di controllo, intendendo il termine controllo in senso ingegneristico; è il cosiddetto “real time” o “quasi real time”, ovvero la bassa “latenza” del sistema; è quindi fondamentale, in alcune tipologie di applicazioni, avere la possibilità di generare allarmi o retroazioni in tempi rapidi, inferiori a quelli tipicamente garantibili col cloud (e ciò anche laddove si pensa -spesso erroneamente- che il 5G sia di per se la soluzione, perché comunque la bassa latenza prospettata dal 5G rimane influenzata dalla imprevedibile coesistenza di tante applicazioni che si dividono la banda a disposizione).
L’edge computing è quindi un tema sempre più rilevante e le argomentazioni su esposte denotano un livello di strategicità di questa tecnologia. Da non trascurare, fra le caratteristiche di un edge computer, non solo la possibilità di “far girare “ algoritmi anche di tipo “AI – Artificial Intelligence” (o quantomeno ML, Machine learning), ma anche la capacità di supportare, contemporaneamente, un numero elevato di protocolli di comunicazione in modo da ampliare la gamma di dispositivi collegabili e quindi l’universalità della soluzione (esprimibile in termini di flessibilità, somma di modularità e scalabilità).
Questa è la nostra visione che cerchiamo di trasporre nei nostri prodotti tecnologici, frutto di progettualità e competenze concrete, che fondono il know-how altamente tecnologico alla qualità e sicurezza del “made in Italy”.USCOPRI GLI EDGE COMPUTER DI TERA
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Clean Industrial Deal: “buy European”, "Banca per la Decarbonizzazione" e "Nuove Garanzie Finanziarie"
Fatte salve le premesse enunciate nell'articolo presente sul , ovvero la necessità di un piano che supporti le aziende energivore da una parte, e lo sviluppo di tecnologie pulite, con focus anche sull'Economia Circolare, dall'altra, le reali novità di questo nuovo piano (che, in qualche modo, traccia un primo superamento dei limiti dell' "EU Green Deal" ) consistono in questi tre punti: 1) semplificare le norme sugli Aiuti di Stato , rendendo più facile per i singoli stati EU concedere soldi pubblici alle aziende attive nell’energia rinnovabile e nel clean tech, consentendo "criteri di preferenza europea nelle norme sugli appalti pubblici per settori strategici“ (clausola “buy European” ), introduzione di requisiti e criteri qualitativi che diano un vantaggio concreto, per i produttori di prodotti rilevanti per la transizione energetica , se dimostrano di aver investito per decarbonizzare. 2) Istituzione della Banca per la decarbonizzazione industriale , con dotazione 100 miliardi di euro per finanziamenti rivolti alla decarbonizzazione dei principali processi industriali in vari settori (basati in parte su re-indirizzamento di risorse già presenti nell'Innovation Fund e in parte su entrate aggiuntive dall’Emission Trading System e dalla rimodulazione del piano InvestEU) 3) Modifiche alle regole del fondo InvestEU per aumentarne la capacità di assumersi rischi, determinando un aumento di 50 miliardi di euro di finanziamenti fra pubblici e privati su Clean Tech, Clean Mobility e Riduzione dei Rifiuti Significativo anche citare l'adozione, avvenuta sempre in data 26 febbraio, dell’ Action Plan for Affordable Energy , che promuove contratti di acquisto a lungo termine anche transnazionali con la controgaranzia della BEI ed include la esplicita raccomandazione ai paesi membri per una immediata riduzione delle tasse sull'energia elettrica in attesa della conclusione dei negoziati sulla Energy Taxation Directive , nonchè sulla la riduzione dei tempi di autorizzazione per progetti di produzione energetica da rinnovabili e accumulo di energia. Queste e successive azioni, di fatto necessarie nel nuovo scenario geo-politico e macro-economico mondiale, sono strettamente collegate alle raccomandazioni contenute nel "Piano Draghi" . Lo spirito complessivo che anima questo primo step del nuovo corso delle politiche UE è quello di non puntare alla #decarbonizzazione, "subito ed a tutti i costi" , ma solo se compatibile con la competitività dell’economia europea: in tal senso, sono stati preannunciati un Action Plan per l'Industria Automobilistica (a marzo) ed un Action Plan per acciaio e Metalli in primavera (in seguito anche per l'Industria Chimica e per l'Industria Clean Tech). La strada è quella giusta? Sufficiente? Sul fronte competitività vorremmo più spinta alle tecnologie della #DIgitalEnergy, in quanto sono #disruptive e possono agire sui modelli di business creando un mercato e sistema energetico europeo difficilmente aggredibile dai competitor extra-europei (se coordinato con azioni per creare una autonomia tecnologia su #AI e #CloudCOmputing )
Il Booklet Digital Energy di Tera: prezioso aggiornamento
L'emergente filone della "Digital Energy" sta avendo ed avrà sempre più un impatto dirompente sulla rete elettrica, in termini di evoluzione verso efficienza e, più in generale, sostenibilità, a livello nazionale ed internazionale, insieme con la sempre maggiore diffusione delle sorgenti di energia rinnovabile di piccola taglia (incluso storage/BESS a batterie ed altre tecnologie) e con la progressiva elettrificazione dei consumi. A supporto della platea di soggetti (partner, clienti, fornitori) che seguono la nostra azienda, nonchè di tutti i cittadini, Tera è felice di annunciare il rilascio della versione aggiornata del suo Booklet Digital Energy, che tanto successo aveva già riscosso nel 2021 quando, pensando alle applicazioni più che alle tecnologie in se, allo smart metering si unì per la prima volta la prospettiva delle Comunità Energetiche e delle UVAM. La recente evoluzione legislativo-normativa ha introdotto alcune novità, rafforzando il concetto di CER verso quello di CACER, ha modificato gli incentivi ed offerto un quadro regolatorio che, per quanto sicuramente migliorabile, è quantomeno oggi chiaro. Da non trascurare anche l'evoluzione dei "Servizi di Flessibilità Locale" che si aggiungono alle UVAM nel determinare possibilità di mercato per le Virtual Power Plant. Vi auguriamo una preziosa e proficua lettura.
TERA a supporto delle imprese italiane nella doppia transizione energetica e digitale - Piano Transizione 5.0
Il percorso che definisce, in seno alla UE, dal punto di vista normativo-legislativo, la Transizione Energetica e la Transizione Digitale è ampiamente documentato, a partire dall’ Accodo di Parigi (a conferma che trattasi di temi indispensabili nell’ambito del più ampio obiettivo della Sostenibilità ) fino alla ridefinizione dell ’European Green Deal e, più in generale, all' RRP (Recovery and Resilience Plan, in italia PNRR) successiva alle crisi Covid e Russia-Ucraina. Dal punto di vista tecnologico, in termini di politiche di supporto alle imprese nel territorio italiano, l’ultimo tassello è costituito dal Piano Transizione 5.0 , varato dal governo nel primo trimestre del 2024 e divenuto temporalmente e tecnicamente operativo con la recente circolare del MIMIT. Il Piano Transizione 5.0 si integra con il Piano Transizione 4.0 all'interno di una strategia più ampia per sostenere la trasformazione digitale ed energetica delle imprese italiane, con una dotazione complessiva di 12,7 miliardi di euro per il biennio 2024-2025. Il piano 5.0, con 6,3 miliardi di euro dedicati, mira a facilitare la trasformazione dei processi produttivi per affrontare le sfide delle transizioni digitale ed energetica, in linea con il piano REPowerEU . Pertanto, il Piano Transizione 5.0 di fatto di fatto costituisce, indirettamente, un riferimento in termini di roadmap tecnologica (consentendo il collegamento fra concetti tecnici e spunti rudimentali di strategia industriale) e, direttamente, il più aggiornato riferimento in termini di incentivi al settore industriale: è qui che si posiziona, da un lato, l’interesse delle imprese beneficiare (gli stakeholder del sistema Tera) e, dall’altro, la capacità e la disponibilità di Tera nel supportarle verso l’obiettivo comune: la crescita della competitività. Cos’è Piano Transizione 5.0 L’articolo 38 del , convertito, con modificazioni, dalla legge 29 aprile 2024, n. 56, recante “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR)”, ha istituito il nuovo Piano Transizione 5.0, introducendo un credito d’imposta per le imprese che effettuano nuovi investimenti, a decorrere dal 1° gennaio 2024 e fino al 31 dicembre 2025, destinati ad aziende ubicate nel territorio dello Stato, nell’ambito di progetti di innovazione che comportano una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva. Questo piano rappresenta un importante strumento di supporto per le imprese italiane, incentivando l'adozione di tecnologie avanzate e la riduzione dei consumi energetici. Come funziona La misura consiste in un agevolazione sotto forma di credito d’imposta introdotta per le imprese che investono in progetti innovativi nel periodo 2024-2025, condizionato a una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per la struttura produttiva o del 5% per i processi specifici. Il credito d'imposta si applica a investimenti in beni materiali e immateriali che supportano la transizione tecnologica e digitale delle imprese, in linea con il modello "Industria 4.0" (Allegati A e B alla Legge 232/2016). Sono inclusi software e piattaforme per l'intelligenza avanzata degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell'energia autoprodotta e autoconsumata, o introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l'elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo ( Energy Dashboarding ), oltre a sistemi per l'autoproduzione di energia rinnovabile, con eccezione delle biomasse. Procedura di accesso Le imprese devono presentare comunicazioni preventive e di conferma tramite la Piattaforma Informatica del GSE, utilizzando SPID. I termini per la presentazione delle comunicazioni di completamento dei progetti saranno stabiliti successivamente. La procedura per l’accesso all’agevolazione è subordinata alla presentazione di una certificazione «Ex ante» , attestante la riduzione dei consumi energetici conseguibile mediante gli investimenti progettati, ed una «Ex post» , comprovante l’effettiva realizzazione degli investimenti in conformità alla certificazione ex ante. Ruolo di Tera L’offerta di Tera risulta di fatto fra le più flessibili nel panorama italiano, consentendo di coprire le più ampie casisitiche, da sistemi chiavi in mano con servizi erogati su Cloud, fino alla semplice fornitura di IoT Edge Computers (le centraline di campo, fulcro elettronico sei sistemi di Energy Dashboarding) che si integrano agevolmente nei SW già in dotazione alle aziende (protocolli di comunicazione standard, sistemi operativi open, integrazione della lettura dei contatori elettrici fiscali, dispnibilità di API). Contattateci per approfondimenti inviando una mail a info@terasrl.it #SmartBuilding #IoT #Innovazione #EnergiaSostenibile #Tera #DigitalEnergy #EnergyEfficiency #EdgeComputers #smartmetering #chain2